Italia: continua il calo del mercato dei trattori nuovi
Stando ai dati di FederUnacoma, nel 2024, in Italia le immatricolazioni di trattori nuovi si sono attestate poco sopra le 15.400 unità, segnando una flessione del 12,2% rispetto all’anno precedente. L’unico segmento in controtendenza è stato quello dei modelli con potenza fino ai 25 cavalli, che ha registrato un incremento significativo del 19%. Il 2024 rappresenta il terzo anno consecutivo di arretramento per le vendite di trattori nuovi nel Paese. Di contro, il mercato dell’usato continua a espandersi, facendo segnare un +8% rispetto al 2023, con oltre 57.000 mezzi scambiati, confermando il crescente interesse degli operatori per soluzioni più economiche e accessibili.
Germania: in un anno sotto di mille immatricolazioni
Tra il 2023 e il 2024, il mercato tedesco delle immatricolazioni ha registrato una flessione del 4,4%, con oltre 1.280 trattori in meno: da più di 28.800 si è scesi sotto le 27.600 unità. Le vendite dei modelli fino a 50 cavalli hanno subito una lieve contrazione, che è diventata più marcata, a doppia cifra, per le fasce tra 50 e 150 cavalli. Al contrario, i trattori oltre i 150 cavalli hanno chiuso il 2024 in leggera crescita rispetto all’anno precedente.
Francia: il gardening tiene, il resto arretra
Per la prima volta, il mercato francese ha chiuso l’anno con meno di 34.000 trattori immatricolati, segnando un calo di oltre 1.700 unità rispetto al 2023, pari a una contrazione del 5%. I trattori standard, dopo una crescita continua dal 2020, hanno subito una flessione dell’8,4%, fermandosi a 23.976 immatricolazioni. In discesa, per il terzo anno consecutivo, anche i trattori specializzati, che si sono attestati a 2.531 unità, il valore più basso registrato nell’ultimo decennio, con un calo del 24,6%.
Nel panorama generale, si distinguono in positivo due categorie: i trattori per la manutenzione del verde, cresciuti del 9%, e quelli di potenza superiore ai 300 cavalli, in aumento del 13%. I mezzi per il giardinaggio hanno raggiunto livelli record, con 6.718 unità vendute, il numero più alto mai registrato a eccezione del 2017, anno caratterizzato da una forte spinta dovuta all’aggiornamento delle normative sui motori. Si osserva anche una tendenza verso l’acquisto di trattori più performanti: la potenza media dei modelli standard è salita a 169 cavalli nel 2024, contro i 163,5 dell’anno precedente.
La riduzione della meccanizzazione è strettamente connessa al calo dell’8% nel valore della produzione agricola, penalizzata dai risultati negativi nei comparti cerealicolo e vinicolo. In particolare, nel 2024 i raccolti di cereali hanno registrato un calo del 21,7% e quelli di vino del 20%, retrocedendo la Francia al secondo posto tra i produttori europei di vino. Con margini operativi ridotti di oltre il 10% per il secondo anno consecutivo, i produttori di cereali e vino si trovano ad affrontare una situazione critica dal punto di vista della redditività.
Gran Bretagna: mercato in calo, ma l’alta potenza tiene
Nel 2024, anche il Regno Unito ha registrato un netto rallentamento nel settore delle immatricolazioni di trattrici, con una contrazione dell’11,7% rispetto all’anno precedente. Per la prima volta dal 2020, il numero complessivo di mezzi immatricolati è sceso sotto la soglia delle 12.000 unità. I trattori con potenza superiore ai 50 cavalli hanno stentato a superare le 10.000 immatricolazioni, riflettendo le difficoltà di un mercato che si è mantenuto al di sotto della media degli ultimi sette anni, pur allineandosi a livelli già visti in passati momenti di crisi. In controtendenza, però, il segmento dei trattori ad alta potenza ha fatto segnare un risultato positivo: +14% su base annua, con oltre 1.500 macchine oltre i 240 cavalli vendute, stabilendo un nuovo record storico. Questo slancio ha contribuito ad innalzare la potenza media dei mezzi immatricolati a 180 cavalli, anche questo un primato assoluto per il mercato britannico. Le cause principali del rallentamento sono riconducibili a vari fattori: la riduzione dei sussidi agricoli, le modifiche al sistema fiscale introdotte con la prima legge di bilancio del governo Starmer, e un clima generale di incertezza tra gli agricoltori, in particolare nel comparto dei seminativi. A peggiorare il contesto già fragile si sono aggiunti gli elevati costi di produzione, la volatilità dei mercati delle materie prime e le condizioni meteorologiche sfavorevoli che hanno caratterizzato sia il 2023 che il 2024.
Spagna: boom dei trattori oltre i 100 CV
Nel 2024, il mercato dei trattori in Spagna, così come quello in Portogallo, ha mostrato segnali di ripresa dopo anni di rallentamento, registrando un incremento del 13,4%. Le immatricolazioni sono passate da 7.700 a oltre 8.700 unità. In realtà, il numero complessivo dei mezzi registrati come "trattori da lavoro e servizio" ha superato le 9.000 unità, anche se circa 440 di questi non risultano iscritti nel registro ufficiale dei trattori agricoli, pur essendo perfettamente idonei all'impiego in ambito agricolo. A trainare la crescita sono state soprattutto le macchine di media e alta potenza. I modelli compresi tra i 100 e i 150 cavalli hanno visto un aumento del 17% rispetto al 2023, mentre quelli nella fascia tra 151 e 200 cavalli sono cresciuti del 13%. Particolarmente dinamico è stato il segmento oltre i 200 cavalli, che ha registrato un balzo del 26%. L’unico comparto in controtendenza è stato quello dei trattori stretti da 80 a 100 cavalli, che ha subito un calo nelle vendite. Parallelamente, anche il mercato dell’usato ha continuato a espandersi nel 2024, confermando una tendenza consolidata tra gli operatori del settore.
Turchia: flessione in un mercato da “Outsider"
Nel 2024, il mercato turco delle trattrici ha mostrato una decisa battuta d’arresto. Sebbene non sia incluso nei dati aggregati europei – in quanto le oltre 63.500 unità immatricolate in Turchia rappresentano quasi la metà delle 144.400 registrate in tutta Europa – il calo rispetto al 2023 è stato significativo. La domanda interna si è ridotta del 18%, con una flessione che ha portato le immatricolazioni da 77.901 a 63.545 unità. Questo arretramento è strettamente legato al peggioramento delle condizioni economiche degli agricoltori turchi. I raccolti di cereali e di colture erbacee hanno subito una contrazione, i prezzi di vendita si sono rivelati inferiori alle attese e l’accesso al credito è diventato sempre più complesso. In media, tre aziende agricole su dieci nel Paese fanno affidamento su prestiti per l’acquisto di macchinari, ma l’aumento dei tassi di interesse ha reso i finanziamenti più onerosi. Il sostegno da parte di alcune banche private, che hanno continuato a offrire soluzioni di credito per l’acquisto di trattori, insieme agli sforzi delle case costruttrici nel proporre finanziamenti agevolati, ha in parte attenuato il calo, evitando che i numeri fossero ancora più negativi. Oltre alla contrazione della domanda interna, il comparto agromeccanico turco ha dovuto affrontare anche sfide sul piano macroeconomico. L'inflazione elevata ha continuato a far lievitare i costi, mentre i tassi di cambio – pur rimanendo stabili nel lungo periodo – non sono riusciti a tenere il passo con l’inflazione. Questo squilibrio ha inciso negativamente sulle esportazioni, facendo perdere competitività ai produttori turchi sui mercati internazionali.